Castellum Aquae

Castellum Aquae

Via Caserta, Santa Maria Capua Vetere, CE.

Sito visibile dall’esterno, soggetto ad aperture straordinarie programmate.

Per richieste di apertura inviare una pec a: sabap-ce@pec.cultura.gov.it

Al momento non sono in programma aperture straordinarie. 

Pochi resti dell’edificio noto come Castellum Aquae, sono ancora visibili lungo l’attuale via Caserta, in località Ponte San Prisco, all’interno di un lotto recintato di proprietà demaniale. L’area corrisponde al limite orientale della città antica, trovandosi in prossimità della porta urbica e del tracciato delle mura di fortificazione.

Rinvenuta nel 1970, la struttura, una torretta piezometrica, testimonia con la sua presenza l’esistenza di un acquedotto che entrava in città da est, probabilmente l’Aqua Iulia donata alla città da Ottaviano a cui alludono Dione Cassio e Velleio Patercolo.

Le informazioni desumibili dalle relazioni di scavo, per il periodo molto esigue, descrivono una struttura di forma cilindrica emergente per notevole altezza, con forti incrostazioni di calcare. Una recente rianalisi delle strutture, tutt’ora visibili, ha consentito di ricostruire come la torretta a pianta circolare si conservi per metà della sua circonferenza e per un’altezza di mt 4. Costruita in opera cementizia, con rivestimento in opera reticolata con conci e catene angolari in laterizio, essa si imposta su un’ampia platea in opera cementizia con paramento in opera laterizia, delle dimensioni  massime di mt 10 x 6,50 visibile attualmente per l’altezza di mt 1,40.

L’impiego del laterizio si osserva principalmente in corrispondenza delle aperture per le quali è possibile ricostruire un’altezza di mt 2,10 e una larghezza di 0,45 cm.

La struttura, con funzione come si anticipava di piezometro, doveva essere collegata ad un serbatoio posto più in alto: l’acqua dopo aver effettuato il suo percorso e prima di entrare in città doveva salire per legge idraulica fino alla sommità della torretta e fuoriuscire dai canali posti all’interno e alla sua base ripartendo con pressione adeguata per essere distribuita alla città.

L’analisi della tecnica costruttiva, unico elemento a disposizione, consente di datare il monumento ai decenni finali del I sec. a.C.

I recenti scavi condotti dalla Soprintendenza nell’ambito del progetto Appia Regina Viarum hanno consentito di ampliare il fronte di scavo degli anni Settanta del secolo scorso e di eseguire degli approfondimenti, con lo scopo di chiarire il rapporto di questo settore orientale della città con la via Appia, il cui tracciatosi può definire in maniera inequivocabile  in direzione degli attuali centri di San Prisco e di Curti, indicato  dai due monumenti funerari delle cd. Carceri Vecchie e della Conocchia.

Nel corso delle indagini è stat messo in luce un tratto del circuito murario in opera quadrata su cui si imposta direttamente la platea di fondazione relativa alla realizzazione della torre pieziometrica.

Per la fase tardo-repubblicana e della prima età imperiale è di particolare interesse l’individuazione di un tracciato stradale perpendicolare alla Via Appia, identificabile con la Via Aquaria, nota dalle fonti.

L’area continua ad essere frequentata successivamente in età tardoimperiale e altomedievale, con la realizzazione di canalizzazioni e di strutture murarie la cui funzione non è ancora ben chiara.

 

 

Testo a cura della dott.ssa Antonella Tomeo

Ultimo aggiornamento

14 Marzo 2024, 08:30