La Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio per le province di Caserta e Benevento comunica il rinvenimento di una pavimentazione in mattonelle di cementina del ‘900

La Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio per le province di Caserta e Benevento comunica il rinvenimento di una pavimentazione in mattonelle di cementina del ‘900

A novembre 2024, durante i lavori di realizzazione di un allaccio alla linea elettrica in via Cavour n. 28 a Villa di Briano, sono stati portati alla luce i resti di una pavimentazione in mattonelle di cementina con decorazioni geometriche. L’intervento di scavo, sottoposto alla normativa di verifica preventiva dell’interesse archeologico, è stato diretto dalla Sabap di Caserta e Benevento e svolto sul campo in regime di sorveglianza archeologica dalla dott.ssa C. Taglialatela e dal dott. C. Ferraro (ATS, Archeo Tech & Survey).

Il rinvenimento ha permesso di riconoscere come tutta l’area attualmente interessata da un’ampia piazza attrezzata fosse agli inizi del ‘900 occupata da abitazioni private. La cartografia storica e la documentazione catastale hanno consentito di ricostruire le vicende subite dai monumenti e dagli edifici privati del centro storico di Villa di Briano nella seconda metà del ‘900. In particolare, il terremoto dell’Irpinia nel novembre 1980 danneggiò gravemente la Chiesa di Maria Santissima Assunta in cielo e compromise numerose strutture private del centro storico, dichiarate inagibili. A metà degli anni 90 del ‘900, il Comune provvide a espropriare e demolire le abitazioni fatiscenti, trasformando l’area edificata in un’ampia piazza pubblica, senza alcun rapporto con le preesistenze architettoniche. Il resto del pavimento in cementine è una testimonianza viva di un recente passato quasi completamente svanito.

I funzionari archeologi della Sabap di Caserta e Benevento Simone Foresta e Geltrude Bizzarro pubblicheranno il rinvenimento nel prossimo numero della rivista APM – Archeologia Postmedievale. Società, Ambiente, Produzione.

Il Soprintendente Nuzzo: “La riemersione di testimonianze moderne ci consentono la riappropriazione di un’identità locale temporalmente vicina, attraverso il dialogo riafferrato con il passato dei loro territori che, così come nel caso specifico, sono ancoraggio per itinerari da valorizzare. Armonizzare specificità e cultura significa anche contribuire alla ricostruzione storica, indipendentemente dall’interesse archeologico, a supporto della comunità locale e non solo”.